Il Parlamento Europeo legittima Bitcoin e le altre criptovalute
Bitcoin e le altre criptovalute non sono una frode o un’utopia, non vanno combattute e vanno attuate politiche fiscali comuni e simili a quelle in essere per gli altri investimenti finanziari tradizionali.
Questo in estrema sintesi quanto emerso dal documento approntato dal Dipartimento di Politica Economica del Parlamento Europeo, su richiesta della Commissione per i problemi economici e monetari dell’Europarlamento. Si tratta di un passo avanti notevole che può contribuire a favorire legislazioni sensate su questa materia, ed evitare che si arrivi ad assurdi divieti o a pretese di eccessiva sorveglianza su chiunque usi le criptovalute.
Le sfide poste dalle valute virtuali
Il documento prodotto dal Dipartimento di Politica Economica si intitola “Valute virtuali e politica monetaria delle banche centrali: le sfide in arrivo”, e come accennato è stato studiato su richiesta della Commissione per i problemi economici e monetari, o ECON. Il titolo fa riferimento al rischio che le monete “di stato” perdano sempre più di importanza, rendendo (ancora più) inefficaci le politiche monetarie delle banche centrali. Si tratta di un documento molto snello e ben dettagliato, che riassume come si siano sviluppate le valute virtuali, e come si siano evolute le legislazioni delle maggiori nazioni del mondo, come ad esempio Stati Uniti, Svizzera e Cina. Viene anche spiegato come sarebbe un’illusione pensare di promulgare leggi che vietino l’utilizzo delle criptovalute nella vita di tutti i giorni. Non mancano i riferimenti al Venezuela, prima nazione ad aver creato una criptovaluta di stato.
In seguito si affronta il tema vero e proprio dello studio: possono delle valute non controllate dalle banche centrali sostituire le monete a corso legale? Vengono presentati cenni storici ai tentativi di creare valute private e al mancato successo nel sostituire la moneta di stato.
Le conclusioni finali del documento sono encomiabili per chiarezza: le criptovalute non sono una frode, non sono un’utopia e non sono nemmeno un mezzo per fare riciclaggio di denaro. Chi pensa queste cose sarebbe, secondo il documento, in errore. In seguito si raccomanda ai governi di non ignorare le criptovalute e allo stesso tempo di non cercare di vietarle. Dal punto di vista fiscale si raccomanda di tassare gli investimenti in questi beni allo stesso modo degli investimenti in strumenti finanziari tradizionali. Allo stesso modo è altamente raccomandabile che le regolamentazioni siano armonizzate a livello internazionale.
Si tratta di una chiara legittimazione da parte del centro studi dell’europarlamento e ci auguriamo che i politici europei vogliano tenere conto di queste raccomandazioni.
Quanto alla possibilità che le criptovalute sostituiscano la moneta a corso legale, lo studio afferma che la cosa al momento (in the near future) non è possibile, benchè ciò stia accadendo di già nei paesi che non hanno una moneta di stato affidabile, come appunto il Venezuela.
Criptovalute e politica monetaria
Nell’opinione di chi scrive politica monetaria e bitcoin corrono su binari separati. Per chi ha chiaro cosa sia e a cosa serva Bitcoin, il problema non si pone. Bitcoin avrà una emissione totale limitata, non si supereranno i 21 Milioni di unità. Non nasce per sostituire le monete a corso legale non convertibili in oro, che vengono stampate a palate dalle banche centrali, per ottenere brevi periodi di crescita economica, seguiti dai prevedibili e inevitabili crolli dell’economia. Non è possibile utilizzare Bitcoin per le cosiddette “politiche monetarie”, da questo punto di vista le monete a corso legale sono già loro monete virtuali, che non vengono certo “stampate” ogni volta che la BCE, o la FED o un’altra banca centrale decide di “emettere moneta”. In larghissima percentuale sono solo una scrittura contabile nei computer delle banche. I governi, se vorranno continuare a stampare denaro per gonfiare artificialmente la crescita economica continueranno ad utilizzare le attuali monete fiduciarie, al limite proveranno a crearne delle versioni digitali. Al contrario le criptovalute emesse in quantità limitate, come la capostipite Bitcoin, saranno sempre più il rifugio dei risparmiatori contro l’inflazione creata dallo stampaggio di moneta a corso legale.